Chiesa parrocchiale di San Giorgio

 

L’attuale Chiesa parrocchiale, intitolata a San Giorgio martire, fu quasi completamente ricostruita su progetto di Antonio Beni dopo la Seconda Guerra Mondiale. Del vecchio edificio, originario del XIV secolo, rimangono due affreschi del XV secolo e due dipinti del Pozzoserrato. Questi ultimi facevano parte di un trittico, la cui terza opera si trova oggi oggi nella cappelletta di Villa Memo Giordani, accanto al municipio del paese. Nel giugno 1918, dopo l’amara sconfitta nei cieli trevigiani, fu celebrato in questa chiesa il funerale privato dell’asso della Regia Aeronautica Italiana, Francesco Baracca, alla presenza di autorità civili e militari.

 

Chiesa di San Cassiano

 

Stando ai reperti ritrovati, nella zona di San Cassiano ci furono i primi insediamenti rurali. Qui successivamente fu costruita la prima pieve, la chiesa dedicata a San Cassiano martire. La chiesa viene ricordata in una bolla papale del 1152. L’unica testimonianza architettonica dell’epoca medievale è la torre campanaria, risalente forse allo stesso periodo. Sul sito degli antichi muri laterali, l’edificio fu ricostruito all’inizio del XVIII secolo. Essa conserva alcune pregevoli opere:  il fonte battesimale in pietra d’Istria (datato 1317), il prestigioso altare ligneo in forma di polittico di un maestro veneziano XVI secolo; il soffitto di Jacopo Guarana (1758), le tele del pittore Ascanio Spineda e il prestigioso organo ottocentesco “fonocromico” di Giovan Battista De Lorenzi.
Il cimitero del paese, si trova nel retro della chiesa di San Cassiano. Alla morte del pilota Francesco Baracca, dopo il funerale privato presso la chiesa di San Giorgio, in questo luogo fu celebrata la cerimonia pubblica e le sue spoglie rimasero qui per una notte.

 

Chiesa di Santa Cristina

 

L’antica chiesetta parrocchiale, edificata nei pressi del fiume Sile, venne sostituita da un nuovo edificio religioso intorno al 1930 e le importanti opere d’arte conservate all’interno traslocarono nella nuova sede. Per la pieve di Santa Cristina fu commissionata all’allora giovane Lorenzo Lotto, grazie all’intercessione del vescovo di Treviso Bernardo de’ Rossi, un’opera che ritraesse la “Madonna col Bambino tra i Santi Cristina, Liberale, Girolamo e Pietro”, soprasseduta da una lunetta con “Cristo morto e gli angeli”. Il lavoro può essere ritenuto un unico racconto, fu portato a termine nel 1506 ca. ed è ricco di valenze allegoriche. Anche chiamata “Pala di Santa Cristina al Tiveron”, essa è un dipinto a olio su tavola  e si trova dietro all’altare maggiore. Pochi anni fa è stata oggetto di un’importante ristrutturazione e successivamente protagonista in una mostra dedicata all’artista veneziano presso le Scuderie del Quirinale a Roma. Ora i rinnovati e vibranti colori della Pala di Lorenzo Lotto possono essere ammirati all’interno della chiesa di Santa Cristina, incorniciati da un sistema di illuminazione e protezione, che conserverà il prestigio di quest’opera per sempre.

 

Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale

 

Il Monumento ai Caduti è un complesso scultoreo dell’artista triestino Attilio Selva, collocato davanti al municipio del paese, nel cuore di Piazza Roma. Sopra tre gradini, sui quali sono incisi i nomi dei caduti quintini del primo conflitto mondiale, si trovano due figure femminili. Esse rappresentano una madre e una sposa di un soldato scomparso in guerra, in atto di muta preghiera. In mezzo a loro vi è un altare sul quale arde una fiamma. Il monumento fu inaugurato il 6 settembre 1925 e per l’occasione furono messi a dimora 92 alberi (tanti quanti le vittime di Quinto di Treviso).

 

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